Pandemonio Fondo
prech - 06/12/20, 13:07
Qualcosa a Ruka non deve essere piaciuto oppure non deve avere funzionato. Probabilmente il rischio di finire in quarantena in Finlandia, la possibilità di non poter gareggiare per il tampone positivo (poi negativo) del loro allenatore, oppure un presunto allenatore russo positivo al Covid-19 che ha potuto muoversi liberamente per due giorni prima di essere fermato.
Il j'accuse parte dall'atleta più rappresentativo della disciplina in campo maschile, Klaebo che dopo il trittico di gare in terra finnica annuncia che non parteciperà ad alcuna gara del circuito nel mese di dicembre in quanto il rischio di ammalarsi di Covid è troppo alto. Lo segue Iversen, poi tutta la nazionale norvegese appoggia i suoi due campioni; nel giro di un paio di giorni anche Svezia e Finlandia prendono la stessa decisione, mettendo in dubbio anche la partecipazione al Tour de Ski se la manifestazione si svolgerà in più di due località.
La FIS per ora non sembra aver adottato particolari contro misure, fatto sta che il circuito, senza tutti i suoi atleti più conosciuti e rappresentativi, rischia di naufragare, con gare prive dei protagonisti assoluti degli ultimi anni.
Un altro aspetto rilevante è che non ci sono stati problemi per le bolle organizzate dalla FIS sia per il salto che per la combinata, con gli atleti scandinavi che hanno continuato tranquillamente a gareggiare!
Nei corridoi del potere del circuito comincia ad insinuarsi la voce che alla base di tutto ci sia un tentativo di scissione delle nazioni forti del fondo, per creare un proprio circuito indipendente sulla falsa riga di quello dell'IBU per il biathlon, scontente delle troppe tappe, troppe gare, e della cattiva organizzazione generale, con il Covid che indossa i panni della classica goccia che fa traboccare il vaso.
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