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BAR FANTASPORTAL [stai nascondendo il titolo] Ultimo messaggio fabio 28/03 20:52 Bollettini: 0
Sport Americani - Football NFL: le news

Messaggio ai clan combattenti.

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capelca - 06/09/07, 09:27

Combattenti di ogni clan,
mi rivolgo a voi che state per scendere in campo per una nuova stagione, e mi rivolgo anche a coloro che invece lo hanno già fatto da qualche settimana, in questa nuova stagione 2007.
Ogni volta che mi sono fermato un attimo davanti a questo foglio bianco, in attesa di trovare il bandolo della matassa dal quale cominciare, poi mi ha preso come un senso di smarrimento, poiché le cose che vorrei dire in realtà sono molte, ma so che devo farlo in un contesto che sia breve e preciso.
Ci provo.
Siamo un popolo a parte, un qualcosa di differente nel panorama sportivo nazionale e forse europeo.
Apparteniamo a una razza distinta e separata, che riesce a profondere sforzi e sacrifici in cambio di un qualcosa, che a prima vista, lascia un mucchio di gente sconcertata: in cambio di niente.
Viviamo un mondo dove ormai senti parlare sempre più spesso di anonimi e mediocri ventenni che riescono a guadagnare anche 1000 € al mese giocando a calcio per la squadretta del paesino, allenandosi quando e se ne ha voglia e in maniera molto leggera.
Non è il nostro caso.
Nel nostro mondo tanto strano quanto sconosciuto, ci sono combattenti che si ammazzano nel fango, altri che arrivano a migrare ogni settimana per centinaia di chilometri, e altri che fanno tutto questo a delle età nelle quali normalmente si sfida a tennis il figlio diciottenne al sabato mattina al circolo, invece che trovare ancora la forza e la volontà di infilarsi un casco, e scendere in un campo da football.
Per questo siamo un popolo a parte. Per questo noi siamo diversi e a mio modo di vedere unici.
Per questo noi, abbiamo tutti un dovere morale, nei confronti di ogni altro guerriero, che sia esso compagno o avversario, superiore o inferiore, più giovane o più vecchio.
Abbiamo un dovere che è fondato sulla nostra unicità e proprio a questa unicità, deve rispetto.
Tra poco più di 48 ore, molti di noi si lasceranno avvolgere dal vortice della guerra, di una nuova guerra, mentre altri lo stanno già facendo da un paio di settimane.
Quanti sapori, quante sensazioni ogni volta che ciò accade, o è accaduto in passato vero?
Tra due giorni, molti di voi inizieranno quello che sappiamo tutti essere un rituale quasi ormai sacro. Inizierete a riempire i borsoni con le insegne dei vostri clan, riponendo al suo interno oltre che armi e corazze, le vostre legittime e giuste aspirazioni, i sogni, e le volontà di poter arrivare il più in la possibile.
Quanti pensieri ci riempiranno la mente e l'anima mentre riporrete, le scarpe nel solito angolo, il casco girato in un certo modo e lo shoulderpad in modo che possa contenere più indumenti possibile. Rifarete gesti che ormai fanno parte della vostra stessa esistenza, gesti che avete fatto chissà quante altre volte, chiuderete quelle cerniere con un sospiro che non vi abbandonerà nemmeno quando nei vostri letti vi renderete conto che è l'ultima notte prima della guerra, e vi scoprirete con la mente piena degli stessi pensieri che probabilmente per millenni, hanno accompagnato gli uomini alla vigilia di una battaglia.
Ebbene, siatene fieri di tutto questo, perché non è un qualcosa per tutti.
È proprio vera la frase di un vecchio film: "Non tutti possono giocare a football".
Siate fieri dell'onore che vi viene concesso, e sentitevi dei privilegiati, assaporate quel gusto ferroso nella bocca, e lasciate che l'odore della terra smossa e dell'erba tagliata da poco vi riempia le narici, voi guerrieri sconosciuti, senza i clamori dei giornali o le maree di fans assiepati su tribune che non abbiamo mai avuto in vita nostra, e che probabilmente, mai avremo. Siamo guerrieri oscuri, combattiamo nelle tenebre dimenticati dal mondo e dal tempo, e proprio per questo siamo unici.
Perché quando quel fischio lacererà il silenzio, e un tonfo sordo catapulterà la palla in cielo, saremo all'improvviso tutti parte di un qualcosa che forse vediamo e sentiamo solo noi, ma che se anche fosse, rimane quello che è. Un privilegio unico.
E il dovere di ognuno di noi, dovrebbe saper essere degno di tale privilegio, ma non solamente con la prestazione atletica o la giocata che infiamma i compagni attorno.
Il dovere di ognuno di noi, dovrebbe essere innanzi tutto saper rispettare ogni singolo frammento di questa nostra passione, poiché di ognuno di quei frammenti, essa è composta.
Siate dunque consapevoli di questo, e teniamoci lontani dagli scempi che ci offrono ogni domenica, altre discipline che dominano la scena a suon di milioni di euro, e che hanno anche la pretesa di essere prese a modello comportamentale.
Continuiamo dunque ad essere unici, e soprattutto, diversi da tutti loro.
Noi siamo giocatori di football, una casta a parte, e quelli non sanno nulla di noi, ma nemmeno potrebbero comprendere.
Sappiatevi guadagnare il rispetto e la stima altrui con l'umiltà, e non dimenticate che chi si posizionerà di fronte a voi, è un altro guerriero con i vostri stessi sogni nell'anima.
Siate degni delle insegne e delle armature che portate, e ricordate che quelli che combatterete, intendono onorare le proprie.
Siate consapevoli del fatto che si scende in campo per combattere non per odiare, e che irridere, umiliare o essere sleali non porta vittorie, ma solo rancori.
Siate coscienti che coloro che sono deputati ad arbitrare i nostri scontri, non sono personaggi venuti lì per vessare o disturbare, ma sono a modo loro altri guerrieri che condividono la nostra passione, lo fanno in modo diverso ma non meno essenziale, fanno parte anche loro del disegno, e come tali, vanno rispettati e considerati.
Verrà un giorno nel quale ognuno di noi, presto o tardi, dovrà chiudere quel borsone per un ultima volta. A partire da quel giorno, non verrete ricordati per quello che avete vinto.
Sarete ricordati per l'ammirazione e la stima che sarete eventualmente riusciti a instillare nei vostri compagni e nei vostri avversari nel corso dei vostri anni di guerre, e credetemi, in un mondo dove non girano contratti da miliardi e spot pubblicitari, il ricordo e l'onore, è tutto.
Le medaglie arrugginiscono, le coppe si coprono di polvere, il rispetto è eterno nelle memorie dei guerrieri.
Che gli Dei vi concedano il loro sguardo compiaciuto sui campi di battaglia ove combatterete, e vi diano la forza di essere degni di ciò a cui appartenete.
E ora uomini, alla guerra!


Fabio Armano aka Attila 21-3-2007.

Grazie a tutti gli iscritti.
SI COMINCIA!

Modificato da fede - 06/09/07, 10:19

 

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